top of page

Il vino italiano? Si può anche indossare!

Si chiama Wineleather ed è una pelle prodotta trasformando la vinaccia, scarto che altrimenti diventerebbe rifiuto senza tappe intermedie.


Sapete quanti scarti di produzione vinicola vengono prodotti ogni anno in Italia? Ben 13 milioni di tonnellate. E allora perché non riciclarle?



Wineleather, è un simil-pelle di origine vegetale che può sostituire le pelli animali e sintetiche si caratterizza per una produzione libera da petrolio, sostanze inquinanti, uccisioni immotivate di animali indifesi, consumi di acqua (praticamente zero, contro i 240 litri di acqua necessari per un metro quadro di pelle animale).


E la stessa vinaccia viene utilizzata in un processo ad impatto zero. Con quelle 13 mln di tonnellate di scarti si possono produrre ben 3 mld di metri quadrati di vegan leather, una superficie equivalente a circa 400 mila campi da calcio.



Da un lato, in questo modo gli scarti non diventano un rifiuto vero e proprio e non finiscono, dai terreni, direttamente nelle falde acquifere; dall’altro lato, si crea un prodotto che sostituisce tutti i processi produttivi di pelle animale e sintetica, limitando gli impatti ambientali e sociali derivanti da queste produzioni.


Il fondatore è Gianpiero Tessitore, architetto di Milano che nel 2014 inizia un approfondito studio in collaborazione con Centri di Ricerca specializzati, per analizzare le caratteristiche fisiche e meccaniche di diverse fibre vegetali e la loro capacità di essere trasformate in materiali ecologici.


Lo studio ha identificato le fibre contenute nelle bucce e nei semi dell’uva come le ottimali per la creazione di una pelle totalmente ecologica 100% vegetale.


Una scoperta che ancora una volta ci rende orgogliosi della ricerca italiana che anche in questo caso, come spesso accade, dimostra che le alternative per un mondo più sostenibile esistono e sono convenienti sia per noi che per il nostro pianeta!



29 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page